lunedì 4 febbraio 2008

L'ultimo caso di Corrosus(generato da Shakespeare 1.0)

Il cadavere giaceva abbandonato in una discarica. Il maresciallo Corrosus venne rintracciato mentre giocava a tennis con Negro Blond. Era una calda giornata di estate, l'aria era leggermente frizzante, ma non aveva molta importanza, ora. Giunto sul posto, Corrosus si guardò intorno. Il luogo gli sembrava certamente familiare, nonostante fosse molto lontano da casa di Negro Blond. Il cadavere apparteneva ad un ragazzo, non molto giovane e magrissimo. Non aveva documenti o segni di riconoscimento particolari. Era pieno di curiosi e Corrosus si affrettò a far sgombrare la zona, per poter lasciar svolgere le indagini ai suoi. Il corpo aveva un tatuaggio sul collo. Come sempre in questi casi pensò a sua madre, dopodichè chiamò a rapporto i suoi. C'erano delle notizie da analizzare, ma niente di più. Ci voleva un grosso colpo di fortuna. Ma Corrosus non era propenso a farsi demoralizzare. Qualche anno prima, nel 1965, Negro Blond gli aveva detto: 'Alea jacta est', e ciò era molto importante, più importante del cadavere che gli era toccato oggi. Tornò a studiare il corpo. Sotto il ginocchio vide uno strano segno. Qualcosa scattò nel suo cervello. Aveva capito una cosa: gli omicidi non si risolvono così facilmente, neanche con un grosso colpo di fortuna. Di nuovo pensò a sua madre e se ne andò a spasso. Avrebbe letto il nome dell'assassino sul giornale di domani. La sua faccia gli era comparsa davanti improvvisamente, dal buio della mente. Era un uomo, si chiamava Ronaldo Malaparte. Ormai ne era certo: non per niente era un angelo, da molto tempo. Certo, non avrebbe potuto confessarlo a nessuno, nemmeno a Negro Blond, ma un angelo non ha mai la vita facile. Prima di andarsene, qualcuno aveva detto: buonanotte, Corrosus. Ma sì, buonanotte.

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