giovedì 31 gennaio 2008

La vendetta di Konrad (generato da Shakespeare 1.0)

Romualdo Battisteri l'aveva convinto. Doveva morire. Così l'avevano rapito. Era bendato, aveva le mani legate nel suo nascondiglio segreto. Era nudo e bendato e sembrava morto. Tanto per passare il tempo l'avevano frustato e bruciacchiato un po', ma senza ucciderlo. Microscopiche macchie di bava gli colavano sull'addome. Aveva degli strani graffi sul collo. Prima aveva urlato, ma l'avevano deriso. Spaventato aveva detto: 'Alea jacta est'. Naturalmente l'avevano ignorato. Ora si preparavano a spaventarlo, anche se Romualdo Battisteri diceva che non era sufficiente, per quello che aveva fatto. Erano proprio intenzionati a fargliela pagare. Fuori era una perfetta serata di inverno, l'aria era appena mossa da un venticello, non si sentiva un rumore. Konrad disse: 'Ha urlato di nuovo'. In un certo senso si sentiva in colpa. Continuava a venirgli in mente Mariannette ed il modo in cui gli diceva sempre 'Un pranzo nudo è naturale per noi, noi mangiamo sandwiches di realtà'. Improvvisamente si udì un sibilo di frusta e degli uomini in tuta mimetica piombarono nel nascondiglio segreto. Un fiotto di sangue schizzò sulla parete di fronte, mentre Romualdo Battisteri piombava a terra, morto sul colpo. Konrad fu inquadrato dal laser di uno degli uomini armati. Fu l'ultimo dolore che provò. Poi più nulla. Uno degli uomini armati si avvicinò all'uomo nudo e bendato. Dietro il casco antiproiettile si intravvedeva un'espressione schifata. 'Controllate come sta il Ministro della Sanità' - disse. Poi il Ministro della Sanità morì.

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