domenica 27 maggio 2007

LA STORIA DI ACHAB CAPITANO

Questa è la storia di Achab Capitano
che degli Oceani era un gran veterano
ma che una mattina, appena svegliato
si ritrovò in uno strano formato.
Ne aveva un sospetto sin già da fanciullo,
quando di tutti era il trastullo,
che suo padre, bel tipo bizzarro,
s'invaghì di un autocarro.
Emarginato da amici e compari
si imbarcò per i vasti mari
e solcando tempeste e procelle
godette fama di grande ribelle.
Ciononstante il fato è beffardo,
azzanna sottile a mò di leopardo
e in una fredda mattina d'Inverno
si ritrovò in un garage a Priverno:
un grande rimorchio gli cingeva la schiena,
di cornetti e scongiuri la faccia era piena.
Un neon sulla fronte che diceva "Pascale"
e calendari sul petto con tante maiale
addobbavano Achab come a Natale.
Olio e benzina giacevan frammisti
sulla t-shirt con su scritto "Noi camionisti".
Da tale spettacolo fu invero colpito
ma, benchè nel cuore oltremodo ferito
dal truce aspetto non fu intimorito.
E con bramosia ed ambizione mai stanca
perseguì pei marosi la Balena Bianca.
Anni ed anni di intrepidi viaggi,
infrante navi, distrutti equipaggi.
Ma neanche una volta il gran capitano
voltò le terga al suo leviatano.
Di giorno e di notte, arpion nella mano,
insonne ed implacabile scrutava lontano
e sopra l'infido, liquido tetto
cercava ansioso dell'acqua un getto.
Ma ecco che un giorno, sul far del mattino,
una pinna spettrale apparve vicino.
E tra la grigia spuma e le onde in fermento
s'udì nell'aria un sinistro lamento:
Moby Dick, araldo della sorte,
invocava Achab a sfidare la morte.
Lance e scialuppe fur presto calate,
all'arrembaggio furon lanciate;
Ma il bianco mastro, falce crudele,
schiantava il fasciame, squarciava le vele.
Il Mare selvaggio di merviglio tingeva
Il pallido Demone, che strage faceva
della ciurma, che giammai avrebbe pensato
che la gran tenebra avrebbe trovato.
Ma ecco che Achab giunse ineffabile;
Nel lurido ventre con un soffio entrò
della bianca peste che demoniaca urlò.
La grande coda la sua barca squarciò,
lontano nel gorgo i suoi compagni lanciò
ed al capitano, ben stretto alla vela di nylon
urlò il cetaceo: "Lassame perde, tu sì nò camion!".



Salvatore Vita

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