Ieri osservavo indefesso la prima comunione di Jack lo Smembratore,
pessimo fautore dell’evoluzione fallita del secondo comandamento di Me Medesimo[1].
Notai di soppiatto questa cerimonia concludendo tra me e me: “scadente
il piccoletto, occorre che me metto a faticà in modalità Cyborg Bennett 23”. Presi
l’Astuccio motocoltivatore, esitando oltremodo, quando Gelindo da Rotterdam si
fiondò contro Corrente Pietro, nonno di Giosuè Impallinatore, e costui reagì in
modo oltraggioso. Incollerito, il prelato ricchione balbettò salmi all’incontrario
evocando Furia Cieca di Rutger Hauer, la quale si dispose malevolmente nei
confronti di Me Medesimo Altissimo.
La sventurata non sapeva leggere a contrario, perché 2+2 fa 3 nelle
lande desolate cubiche esponenziali.
Estrassi una giumenta turca valleverde e lavagna autocancellante:
mescolando il tutto ottenni Ciavarreteca Lunare per non vedenti. La poveretta
tentò di instaurare un golpe subliminale in Lettonia senza esercito, usando un
Pascale qualunque a mò di infiltrato. Il KGB fu informato da Me Medesimo delle
manovre subdole ai danni della cerimonia intera.
Il mio amico Breznev decrepito contestava il cerimoniale suddetto,
sostenendo che i calippi vanno leccati da sotto. Perdunque avvenne che la
cerimonia cessò alacremente e Furia Cieca tentò invano di ottenere un
passepartout per l’Inferno delle Furie del West. Jack, timidamente mi si
avvicinò: “ Signore…”.”Eh?” sghignazzando percossi la creatura lacerandole gli
sfinteri multipli. Gli amici instaurarono una difesa a zona ignorando che io
prediligo il metodo ‘catenaccio Brera senza fiatà’.
Quando si svegliano i mostri le vittime possono solo schiattare. Congedai
il malcapitato: “ninno, vidi addò cazzo te n’ea ì tu e chigli cazzi de
mastammocci fraffusi; mò te spiego no fenomeno trascendentale: Cicciobello tè
gli pieri paranormali mentre tu no”. Ratto sfoderai Pergamena Ittita de seimila rotoli avanti Cristo e gliela sottoposi. “ ‘Mparate a legge, piecoro”
sentenziai “prima de massacrà le genti albioniche ortodosse". Il pargoletto
scrutando il tomo parve intuire il segreto, ma nessuno saprà la verità a parte
me e l’Assoluto Signore dei Camposanti.
Il fanciullo spirò comodamente in poltrona mentre vedeva ‘I Robinson’.
Fu così che dovetti rievocare il malnato servitore dei Sacramenti. Costui appariva
glabro e di indole giocosa. Infatti era bravissimo a prevedere la moneta blè
giocando a ‘Il Sultano e la Maliarda’, e poi a Monopoli Belga.
Prima di metterlo al corrente delle novità e basta, lo istruii su come
diventare efficace nella materia in cui io manco di umiltà superflua: risuscitare
i morti con estrema perizia. Il pargolo giulivo apparve rinvenire dalla fonte
stagliata male ‘ncoppa la vanga obliqua di Bruxelles, luogo di perdizione et
stupri interminabili.
“ ‘Mparate che prima della morte c’è la fessa eterna”. A quelle parole
il microbo ricevette un impulso divino e si tramutò in quello che noi tutti
aborriamo per ignoranza: Jack lo Squartatore ebreo de ficoiattole.
Come pavone esperto in geometria variabile, avverto l’anatomia
femminile millimetricamente opposta al mio grandissimo fallo sensoriale: quindi
posso dedurre che le triangolazioni libidinose non saranno perpetuate mai più
ai confini di Betlemme. Mentre invece la fissazione fasulla puerile e
sottovalutata dai negri determina innumerevoli lacrime per coloro che servono l’amena
Abbazia di Anversa Volante, dove si celano alcuni dei vecchi segreti celtici.
L’Astuccio, rinvigorito da pozioni medioevali ,cominciò a vomitare
Vincenzo Rock’n’Roll, noto mistificatore provinciale. Mentre mi aggiravo cauto
per i calli irsuti del suo piede mi accorsi che era tremendamente fetido e
infestato all’ennesima potenza. La cascata del Niagara aborre il piede fatato
di codesti esseri, quindi spalancai le acque del Paradiso e inviai l’aborto
angelico nei suoi pressi. Nessuno seppe di quale destino fu succube. Il più
grande ladro dei santi afferma che Funari non lo ha adottato. Non occorre
aggiungere altro.
Tornando all’Astuccio e alle vicende di Jack, il piecoro delle
ficoiattole, mi diressi alla Voltron della cattedrale di Iperione. Ivi rinvenni,
unto dal Signore e bisunto dalle signore, due fratelli notoriamente gay,
androidi e incestuosi: spiegai loro che la faccenda di Jack era alquanto
inclinata e li esortai a fungere da promotori commerciali della ditta ‘Churchill
& Carni’. Rifiutarono. “Non ritengo saggio negare la mia avversazione
dovuta alle negazioni spontanee, per cui vi esorto ad implodere al più presto,
sennò chiamo Pincolor e Citrangola, e po’ so cazzi vuosti”.
Ma quei testardi non sapevano dove andare perché le porte non
esistevano più. Avevo trafugato l’ultima in una notte di stupri allo Stadio
Olimpico di Dortmund nell’84. L’ultima traversa la conficcai nell’antro
baritonale della sacerdotessa anale ingravidata. “Mò ve spiego pecchè gli
guanti de fierro se li mettono a Kiev e no a Belgrado”. Estrassi zampogna e
calderone e glieli posizionai sotto le ascelle, poi sfregai le pelli della
canottiera con Denim scaduto Afterdeath. Deflagrarono accompagnati da suoni
scozzesi e rumori flatulenti. “Sò muorti” pensai, e infatti mi produssi in
capriole, avvitamenti e tarantelle basche. Puro giubilo provenne da un tizio
alto venti, che parlava solo in aramaico e udiva gli angioli cantare. Immediatamente
lo invitai all’autoflagellazione e a togliersi i pidocchi con tenaglie
arroventate da Me Medesimo. In aggiunta posizionai Levriero 17 munito di presa
Scart per betoniere 380. Il canide, sontuosamente pettinato, trasmise elettricità
festosa alla Voltron, alternata a peti velenosi e Corrente Pietro in dosi
massicce.
Il titano si allontanò zoppicante e senza cosse viveva meglio secondo
me, pecchè io gli ‘uai li vedo subito.
Ernesto Bevilacqua era scomparso ma mi scrisse dal Luogo Burrone, dove
lo avevo scaraventato pietoso in attesa di un ulteriore ravvedimento dovuto. La
missiva affermava che Jack, rampollo delle ficoiattole, ormai era lo zimbello
delle genti di Luogo Burrone. Allora decisi di rispondere all’ignominia con un
pacco bomba termonucleare modificato. Sentii soltanto un leggero tremito alle
mie spalle e allora ce n’erano di cose seccanti. Immediatamente verificai l’apparizione
del mostro blè che sapeva leggere le regole a contrario.
“Orsù, movete belva! Porta sto pacco a destinazione, e de corsa…movete!”.
L’animale corse ratto e bavoso alla Voltron del Luogo Burrone, regno verticale
abitato da manichini cyborg, che da qualche tempo a questa parte si autodefinivano
razza prediletta. Ernesto felicemente se ne serviva per i suoi scopi sessuali,
manipolando l’ambiente con gorgheggi da soprano e degustazioni proibite. Infine,
esplose tutto coso.
Romino Gagarin
Giustiziere dell’Aldilà altrui
[1] Permanente
risulta la mia collera se paragonata a quella del povero Gigliola Cinguetti.
Ine invece ritengo che la pacienza serve a mette a posto le mie cianfrusaglie,
solo se interrogato in matematica.
1 commento:
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